LA STORIA DELLO SHAMPOO
Quando è nato lo shampoo e perchè si chiama così?
Entro in doccia, allungo la mano, prendo il flacone di shampoo (sempre che non sia finito o che non mi sia stato sostituito con quello della bambola) e vado di lavaggio dei capelli. Lo shampoo fa così tanto parte delle nostre vite da darlo quasi per scontato, vero? Certo, ma… è sempre stato così immediato utilizzarlo?
La storia dello shampoo è ben più lontana rispetto a quella di acquistarlo o ordinarlo online.
Le prime “radici”, parlavano di miscele di erbe, oli, polveri naturali, cenere, aceto, limone, paglia, pula di riso, creta, frutta essiccata ed henné. Babilonesi, Egiziani, africani, indiani sono stati i precursori delle prime formulazioni. I risultati non erano proprio eccellenti: capelli secchi o unti, sfibrati o appiccicosi, ma comunque a loro modo puliti, si fa per dire (un po’ come le improbabili pappette che preparavo da piccola per le mie bambole).
Nel Medioevo, il cui vero trend era il capello lungo, si usavano uova sbattute in rum o brandy (mia nonna me li dava come merenda al pomeriggio mentre guardavo i cartoni, che qualcuno sbagliasse forse qualcosa?) per garantirne una perfetta gestione. Questa “culinaria” formula si è mantenuta durante i secoli fino nell’Ottocento. Tale intruglio, usato anche dalla principessa Sissi, fa sorgere spontanea una domanda: siamo sicuri che fosse un antenato dello shampoo e non una ricetta per lo zabaione?!
La parola shampoo deriva dall’hindi “champo”, che significa “fare pressione, massaggiare i muscoli”. Nel 1760, in Gran Bretagna, un hindi aprì il primo bagno pubblico per il lavaggio dei capelli (“I Bagni dei vapori indiani di Mahomed”). Possiamo definire il Sig. Sake Dean Mahomedncome il primo parrucchiere della storia moderna. Il suo bagno pubblico era così famoso che persino Re Giorgio IV lo elogiò. Il modo di lavare e massaggiare cute e capelli faceva sì che la chioma restasse luminosa, morbida, idrata e liscia. Sul cosa contenesse questo suo fantastico elisir ci sono ancora dei dubbi.
Uno dei primi shampoo “commerciali” registrati è stato creato nel 1927 da Hans Schwarzkopf, un chimico tedesco, che ha sviluppato una formula a base di tensioattivi sintetici. Questo prodotto, che contribuì a rivoluzionare l’industria per la cura dei capelli, ha avviato la via della pulizia in modo più efficace e conveniente, fu quindi subito oggetto di imitazione.
Inizialmente, sapone e shampoo avevano molto in comune. Poi le loro strade iniziarono a separarsi quando ci si iniziò a concentrare sulle esigenze specifiche del capello sviluppando una vera e propria branca della cosmesi, accompagnata da una cospicua attenzione all’aspetto economico della potenzialità di questo prodotto. A scaglie di sapone venivano mescolate erbe dalle proprietà benefiche che davano brillantezza e profumo.
Nel 1930 venne messo in commercio il primo shampoo “moderno”. Kasey Hebert promosse lo Slidall’s Soap (detto: “The soap for all use”). Era in realtà un sapone che veniva venduto per l’igiene personale a tutto tondo (ci si poteva anche lavare i denti!), ma, spesso e volentieri, era usato anche per lavare il bucato e le stoviglie (alla faccia dei prodotti versatili no?)
LO SHAMPOO OGGI:
La credenza popolare è sempre stata: più schiuma più detersione, ma non è così. Dopo anni di shampoo a “tutta schiuma” e di pubblicità incentrate solo su questo, si è aperto un nuovo capitolo nella detersione capillare arrivando a parlare di diversi tipi di prodotto che non includano siliconi e tensioattivi rispettando quindi capelli ed ambiente:
Facendo “un” occhiolino al Giappone, dove esiste un robot in grado di dire quanto shampoo sia necessario per una persona (dotato di piccole mani che esaminano e lavano il capello), in base all’analisi del suo cuoio capelluto; possiamo farne poi anche “un altro” a tutti i diversi tipi di shampoo sul mercato, cioè quelli:
– senza acqua – polvere o spray che a contatto con i capelli li rendono puliti e ravvivati;
– classici, ovvero quelli più economici e che hanno i cosiddetti “tensioattivi anionici”;
– cosmetici, che hanno la capacità di garantire la detersione e, allo stesso tempo, curare o riparare i capelli danneggiati;
– dolci, molto indicati per i bambini in quanto sono composti da “tensioattivi selezionati” e riducono non solo l’azione aggressiva che possono avere sul capello e il cuoio capelluto, ma evitano anche il bruciore della pelle e degli occhi;
– solidi, un’ottima alternativa ai classici shampoo liquidi, che però non contengono acqua e conservanti;
– per capelli secchi o crespi, ideali per chi presenta una chioma poco idratata e lucente. Questi prodotti hanno il vantaggio di formare una sorta di pellicola protettiva, rendendo i capelli più maneggiabili, morbidi e luminosi;
– per capelli grassi, sono invece indicati per quelle chiome che presentano un eccesso di sebo.
C’è da specificare che, generalmente, chi ha questa tipologia di capello ha l’abitudine di lavarli molto frequentemente. In realtà ciò è sbagliato, in quanto si rischia di aumentare la presenza di grasso, annullando l’effetto benefico;
– normalizzanti e mineralizzanti perfetti per ogni tipo di capello ed età dai 6 ai 150 anni abbinati a maschere e balsami che vanno a trattare, curare non solo il capello ma anche il cuoi capelluto.
TIPS PER LAVAGGI PERFETTI CHE NON FACCIANO “RIZZARE I CAPELLI”?
– La temperatura dell’acqua: il punto di partenza per capelli sani. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’acqua calda può danneggiare i capelli lasciandoli secchi e fragili. I parrucchieri professionisti consigliano di utilizzare acqua tiepida o addirittura fredda durante lo shampoo. Questo non solo aiuta a preservare l’idratazione naturale dei capelli, ma anche a chiuderNE le cuticole, rendendoli lucidi e sani.
– La quantità di shampoo: “meno è meglio”. Una quantità eccessiva non solo rende difficile il risciacquo completo, ma può anche privare i capelli dei loro oli naturali essenziali, lasciandoli secchi e privi di vitalità. Si predilige addirittura utilizzare due volte lo shampoo: la prima toglierà lo sporco, la seconda detergerà.
Il massaggio al cuoio capelluto: un tocco magico per la salute dei capelli. Non è solo momento di relax ma anche di stimolazione della circolazione sanguigna al cuoio capelluto, favorendo la crescita dei capelli e riducendo il rischio di problemi come la forfora. I parrucchieri sono addestrati a eseguire massaggi delicati ma efficaci che migliorano non solo l’aspetto, ma anche la salute dei tuoi capelli.
Il risciacquo accurato: eliminare ogni traccia di prodotto. Un risciacquo finale con acqua fredda può sigillare le cuticole e conferire ai capelli una lucentezza extra.
La scelta del balsamo: cruciale per idratare, districare e proteggere i capelli dopo lo shampoo.
La tecnica di asciugatura: un tocco delicato ma efficace. Tamponare delicatamente i capelli con un asciugamano per rimuovere l’eccesso di acqua, evitando sfregamenti vigorosi che possono danneggiare la struttura del capello, è importante. Utilizzare un phon con impostazioni di temperatura regolabili e mantenere una distanza sicura per evitare il surriscaldamento dei capelli lo è altrettanto.
Non è necessario “spaccare il capello in quattro” per prendersene cura: basta semplicemente “usare la testa”!
SCRIVICI a scrivici@stuporebyquesquello.it per tutte le informazioni che desideri avere, per darci indicazioni e suggerimenti, per fare le classiche “due parole”.
Un grande abbraccio. Alessandra